Foglie D'Albero

Testo poetico di Franco Brambilla

Dentro quiete foreste
cercando il vento lieve
e dentro boschi oscuri
immobili e immortali
fui albero nel bosco
divenni Quercia selvatica
in mezzo alla brughiera.
Un tempo ero corteccia
ero foglia e radice
ero albero malato
ero olmo selvatico
ero terra nera e fango
ed ho compreso molte cose
cose nuove che non sapevo
che non potevo imparare
se non qui
sepolto fra tronchi e rami
ho nascosto il mio fragile corpo
tra le foglie e i rami secchi
di alberi sconosciuti.
Le mie lacrime si sono mescolate
alla rugiada di una foglia
e hanno scritto un canto funebre:
Odo il fiume che scorre
sento il vento che fischia
rumore di pioggia battente
che pulisce ogni cosa
ed io scorro trascinato
dal torrente in piena.
Di me non resterà traccia,
quale sarà la mia dimora
tra quelle valli e rocce e boschi?
Tra le mani tengo stretto
un cesto pieno di mele.


Ero vento tra le foglie
il mio sguardo si è snebbiato
e ho imparato a vedere le cose:
uno stagno nascosto nel bosco
colori brillanti sconosciuti
una luce che penetra nella foresta
e rivela a Suger de Saint-Denis
il tronco per costruire Notre Dame.
Il mio corpo era vento
il vento è soffio divino
e le foglie squarciate
intonano un lamento
tra rami foglie e giunchi,
il vento intona un canto
Soprani o contralti?
Bassi o tenori?
E poi ancora flauti o violini?
Viole o clarini?
Come una musica lontana
che mi appaga e mi sorprende
e ripete senza sosta
una musica immortale.
La sua eco s’impasta con la sera
di colori, suoni e di luci,
un’orchestra di mille strumenti
piccole foglie gialle
intonano un canto solenne
piccole foglie verdi
intonano un canto soave
rametti e foglie secche
intonano un canto nervoso
grossi rami risuonano
intonano un canto marziale
buchi nei tronchi
come tube profonde
intonano un canto spettrale
rami sottili e sinuosi
fischiano come flauti leggeri
grossi rami che cadono
come tamburi
potenti e maestosi.
Un concerto solenne
di foglie e rami secchi
per me che sono solo vento,
vivo nel canto del bosco.
Tutto ciò che vive s’incurva
sotto il vento nei campi vuoti.


Ero sole che fa maturare i frutti
che scalda gli uccelli tra i rami
che fa godere il fresco sotto le fronde
nell’ardore dell’estate
provo immensa gioia
quando il calore arroventa la terra
e soffoca le squallide angosce
e i colori dal cielo immobile
schiacciano la terra e le valli.
La canicola furiosa ruggisce
e la sua musica rompe il silenzio
l’aria rovente ulula nelle valli
e risuona per tutto il cielo immobile
il respiro affannoso di Dio.
Se il mondo inaridisse
come una foglia morta
o secca bacca di ginepro
o se fosse spazzato via
resterebbe solo terra e aria.
Meraviglia! Meraviglia!
Non si può comprendere
il divenire delle cose
il bosco e le valli
sono tutte bruciate dal sole
là in fondo al nulla
sbuca una capra che bruca erba
cresciuta di nascosto tra le rocce.
Un albero senza foglie
rami secchi ancora sul tronco
sopra azzurro vitreo incombe
non una nuvola
non un’ombra
tutto tace.
Da un ramo bruciato dal sole
il canto di un insetto appena nato.


Ero fuoco improvviso
nel caldo d’estate
un sussulto di gioia e terrore
quando divampa nei boschi
e distrugge senza pietà
e il chiarore rompe il cielo
e ogni cosa vibra
al ritmo scoppiettante delle fiamme
e i crepitii furiosamente
alzano il loro canto
e i venti ululano tra le nuvole
impazzite
e il cielo si illumina
con bagliori improvvisi
e le lingue infuocate
colpiscono ogni cosa.
Ero fuoco che secca la linfa
che brucia ogni cosa che incontra.
Ero fulmine che squarcia il silenzio
che incendia alberi e campi
che fa fuggire la vita dal bosco
e i fieri animali dal grembo della terra
ne resta l’involucro- se la vita cessa.
Ero fuoco improvviso
sugli alberi e rami.
Ero come foglie al vento
come terra arida, come acqua piovana.
Foglie tremanti di paura
tronchi che si piegano e cadono
formiche e ragni che fuggono
uccelli che lasciano i loro nidi
forme mutano
animali scappano impauriti
fuoco e vento danzano
fulmine,
caldo torrido,
incendio nel bosco.
Un ramo secco brucia:
in cima un germoglio
appena spuntato
lascia spazio a un mondo futuro.


Ero acqua che cade gagliarda
un tempo tra i vecchi alberi
si diceva:
…c’era una foresta…
…ma non ricordo…
…era…
…credo che fosse laggiù.
…l’ho scordato…
Gocce sulle foglie
come diamanti liquidi,
riflesse in una goccia di pioggia
tutte le foglie dell’albero.
Poi venne il vento
e la pioggia cessò
e la nebbia imprigionò
gli alberi della valle,
e tutto fu silenzio
e d’un tratto fu vita.
Là nel campo rami d’ulivo
giacciono spogli al suolo
attendono eccitati
la pioggia rigeneratrice
sotto la pioggia incessante
una silenziosa strage
foglie cadono nelle pozze
foglie di acero
color rosso infuocato
si stringono alla pietra e ai rami
qui non giungono gli echi del mondo
qui c’è solo il suono dell’acqua che cade.
Terra, aria, fiume, monti
gocce dissolte nell’aria.
Come comprendere
dov’è la destra o la sinistra
dove l’alto o il basso
dove l’oriente o l’occidente?


Le foglie sono parole
piccole foglie in primavera
che non sanno dove vanno
scrivono versi d’amore
foglie grandi e mature
portate su e giù dal vento
scrivono versi irrequieti
foglie verdi cangianti
nate da un ramo annodato
scrivono versi contorti
foglie verdi rigogliose
fiere della loro bellezza
scrivono versi infuocati
vecchie foglie impaurite
spazzate da un vento crudele
scrivono versi struggenti.
La loro lingua esiste da sempre
parlano a tutti da sempre.
Le foglie sono parole
parole vitree
come cristalli d’inverno
parole gelide
come cristalli di ghiaccio
parole trasparenti
come gocce di pioggia d’estate
parole cupe
come tronchi malati
parole profumate
come mughetto fresco
parole scure e tortuose
come rami attorcigliati
parole tuonanti
come alberi caduti
parole liquide
come un torrente cristallino
parole frizzanti
come l’aria di un giorno di vento
parole forti e assetate
come gocce su terra arata
Le foglie scrivono parole
di un mondo che imparo a vedere.


Rami penetrano nella mia carne
la linfa è entrata nelle mie vene
le radici sono cresciute nel ventre
e lentamente
si ramificano in tutto il corpo
i rami spuntano fuori da me
come nuovi arti.
Squarciano il mio cervello
escono dalle orecchie
trapassano i miei occhi
ora tu sei albero
il tuo tronco
è il suo tronco
le tue braccia
i suoi rami
le radici
i tuoi piedi
ramo sei
foglia sei
su cui soffia il vento
frutto sei
su cui scintilla il sole.
L’autunno avanza su di me
e sopra le mie dita
si abbatte il fulmine
sui miei capelli
le foglie s’infiammano.
Dentro quieto germoglio
cullato da un tepore lieve
sarai albero nel bosco.